NUTRIZIONE E PATOLOGIE - DIETOTERAPIA
Nutrizione e patologie hanno una forte correlazione. La dietoterapia può curare le malattie?
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato l’importanza dell’alimentazione nella prevenzione di moltissime malattie. E’ invece meno conosciuto e spesso snobbato il grande potere che ha un intervento dietetico nella cura di molte patologie.
E’ ormai accertato che la dietoterapia mirata può migliorare i sintomi, rendere più efficace l’effetto dei farmaci e anche curare alcune patologie. Pertanto è molto importante che ogni persona sana o affetta da patologia (accertata dal medico) segua specifiche linee guida nutrizionali.
IL DR. NANNI ELABORA DIETE PERSONALIZZATE PER LE SEGUENTI PATOLOGIE (DIAGNOSTICATE DAL MEDICO):
OBESITÀ
L’obesità è una patologia cronica caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo.
E’ un importante fattore di rischio per malattie croniche come il diabete, malattie cardiovascolari e tumori. Un indice di massa corporea – il valore numerico che si ottiene dividendo il peso (espresso in Kg) per il quadrato dell’altezza (espressa in metri) – maggiore di 30 definisce la condizione di obesità.
Un intervento dietetico mirato può essere risolutivo per tornare nel range del normopeso.
DIABETE
Il diabete è la più nota patologia metabolica dell’uomo.
E’ caratterizzato dall’aumento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) dovuto ad alterazioni a carico dell’ormone insulina. Per essere più precisi può dipendere da una ridotta produzione di insulina da parte del pancreas, dalla scarsa sensibilità all’insulina da parte dei tessuti bersaglio o, infine, da una combinazione di questi fattori.
Specialmente nel diabete insulino indipendente (tipo 2) l’intervento dietetico è fondamentale e si potrà parlare di una vera e propria terapia nutrizionale per il diabete che si svolgerà attraverso un controllo del peso corporeo, un’attenta assunzione di carboidrati a basso indice glicemico e un generale miglioramento dell’insulino resistenza.
La perdita di peso e una corretta alimentazione, in alcuni soggetti, permetterà (dietro prescrizione medica) una riduzione se non una completa sospensione della terapia farmacologica.
SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE
La Sindrome dell’intestino irritabile (IBS), comunemente ma impropriamente definita “colite” o “colon irritabile”, è una condizione molto comune e debilitante che interessa circa il 10% della popolazione, soprattutto di sesso femminile tra i 20 e i 50 anni.
È caratterizzata da malessere e/o dolore addominale, associati all’alterazione della funzione intestinale e accompagnata da gonfiore o distensione addominale.
L’alvo può essere diarroico, stiptico e, talvolta, si può presentare alternanza tra stipsi e diarrea. Altri sintomi tipici sono il meteorismo, borborigmi e nausea.
La diagnosi è clinica ed è sostanzialmente di “esclusione”. In altre parole il medico potrà diagnosticare la sindrome dell’intestino irritabile quando saranno presenti i sintomi ma gli esami avranno escluso patologie organiche che li giustifichino.
In conclusione, tralasciando il trattamento farmacologico che demandiamo al medico di fiducia possiamo affermare che l’alimentazione, la fitoterapia, l’idratazione e un’adeguata attività fisica potranno portare notevoli benefici nell’attenuazione della sintomatologia.
IPERCOLESTEROLEMIA
Alti livelli di colesterolo nel sangue sono pericolosi in quanto innescano processi infiammatori incontrollati che determinano seri danni al sistema circolatorio e al cuore.
Si avvia, in questo modo l’aterosclerosi, un processo che porta alla formazione di placche nelle arterie che potranno causare ictus o infarti.
Oltre a ridurre l’assunzione di grassi saturi di origine animale, per abbassare il colesterolo, può essere utile inserire nella dieta tutti quegli alimenti che, grazie alle loro proprietà, possono sostenere il fegato e la circolazione e stimolare un’azione positiva sullo smaltimento dei grassi in eccesso.
Sono importanti anche alcuni micronutrienti che possono essere assunti attraverso il cibo o gli integratori alimentari, tra i quali fitosteroli e antiossidanti che sembrano essere importanti per contrastare l’aterosclerosi.
REFLUSSO GASTRO ESOFAGEO
Il reflusso gastro-esofageo è l’anomala risalita in esofago del contenuto acido dello stomaco.
Il nutrizionista potrà elaborare una dieta che limiti gli episodi di reflusso gastro-esofageo.
Il piano alimentare avrà l’obiettivo di tornare nel range del normopeso, suggerendo di evitare di cenare troppo tardi e consigliando pasti piccoli e frequenti, in fine escluderà alcuni alimenti che potrebbero peggiorare la sintomatologia.
IPERTENSIONE ARTERIOSA
L’ipertensione arteriosa è una condizione caratterizzata dall’elevata pressione del sangue nelle arterie. E’ un importante fattore di rischio per malattie cardiovascolari quali angina pectoris, infarto miocardico e ictus cerebrale.
La correlazione tra alimentazione, sovrappeso, stile di vita ed aumento della pressione arteriosa è ampiamente dimostrata. Il nutrizionista potrà suggerire una dieta sana ed equilibrata: la perdita di peso e una moderata attività fisica possono far tornare la pressione arteriosa a livelli normali e, in alcuni casi, il medico potrà decidere di sospendere i farmaci.
GASTRITE
La gastrite è un processo infiammatorio (acuto o cronico) a carico della mucosa dello stomaco. E’ molto importante evitare tutti i cibi che peggiorano ulteriormente l’infiammazione della mucosa gastrica.
La dieta per la gastrite si basa sul rispetto di alcune semplici norme: evitare i cibi sconsigliati, mangiare ad orari regolari, evitare pasti abbondanti preferendo pasti leggeri e più frequenti. Il nutrizionista stilerà una dieta equilibrata volta a limitare l’infiammazione della mucosa gastrica e in seguito valuterà il reinserimento di alcuni alimenti.
TIROIDISMO
Sono circa 6 milioni di italiani, soprattutto donne, che soffrono di ipertiroidismo, ipotiroidismo o tiroiditi autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto. Un malfunzionamento della ghiandola tiroidea può comportare notevoli problematiche comprese una difficoltà nel controllo del peso corporeo.
Il nutrizionista potrà elaborare un piano alimentare che comprenda gli alimenti che contengono i micronutrienti indispensabili per la sintesi o la trasformazione ottimale degli ormoni tiroidei come la tirosina, lo iodio, il selenio, lo zinco, la vitamina A e il ferro.
Inoltre, la dieta limiterà alimenti che possano peggiorare la funzionalità tiroidea.
In caso di tiroidi autoimmuni, il piano alimentare preferirà alimenti che limitino l’infiammazione ed escluderà alimenti pro infiammatori.
CELIACHIA
La malattia celiachia, è una patologia permanente su base infiammatoria dell’intestino tenue caratterizzata dalla distruzione della mucosa intestinale. E’ causata da una reazione autoimmune al glutine, la frazione proteica di alcuni cereali quali grano, orzo, segale, kamut.
L’unica terapia per la celiachia è una rigorosa adesione ad una dieta che escluda il glutine. Il nutrizionista potrà elaborare una dieta priva di glutine ma al tempo stesso equilibrata e con preferenza di alimenti a basso indice glicemico.
MALATTIE AUTOIMMUNI
Le malattie autoimmuni sono patologie caratterizzate da una reazione scorretta del sistema immunitario che attacca e distrugge i tessuti sani del nostro organismo riconoscendoli come estranei.
Una dieta antinfiammatoria e un’alimentazione volta al benessere del microbiota intestinale potranno contribuire al miglioramento del quadro generale di molte malattie autoimmuni.
GOTTA E IPERURICEMIA
La gotta è una malattia infiammatoria acuta causata dalla deposizione di cristalli di acido urico ed è legata all’eccesso di tale sostanza nel sangue. Si manifesta a livello articolare con una rapida comparsa di dolore, arrossamento e gonfiore.
Il nutrizionista potrà suggerire un corretto stile alimentare volto alla diminuzione del peso, alla riduzione dell’apporto globale di purine e di nutrienti che peggiorano il metabolismo dell’acido urico. Si consiglierà di aumentare l’apporto giornaliero di acqua e degli alimenti che migliorano il metabolismo dell’acido urico.