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Sale e ipertensione

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La correlazione tra il consumo di sale da cucina e l’ipertensione è ampiamente dimostrata. Infatti, lo studio INTERSALT ha mostrato come alcune popolazioni, ai margini della società industriale, che hanno un basso consumo di sodio hanno la quasi completa assenza di ipertensione arteriosa. Inoltre, nelle stesse popolazioni è praticamente assente il fenomeno tipico delle società moderne che vede l’aumento della pressione arteriosa con l’età.

Recenti studi hanno stimato che la riduzione da 10 a 5 grammi del consumo individuale di sale comporta una riduzione del 23% del rischio di ictus e del 17% del rischio di malattie vascolari in genere. Su scala planetaria questo corrisponderebbe a 1.250.000 morti per ictus cerebrale e 3.000.000 di morti per malattie vascolari in meno.

Chi ha già la pressione alta può abbassarla riducendo il sale?

Uno studio fatto sugli chimpazè ci fa ben sperare. Si è visto che se a questi animali si dà una dieta ricca di sale la loro pressione arteriosa aumenta, per poi tornare nella norma con un consumo ridotto di sale. Una corretta alimentazione può portare a ridurre e talvolta ad eliminare l’assunzione di farmaci antipertensivi.

Consigli e trucchi per ridurre il sale

Gli alimenti presenti in natura contengono pochissimo sale e ben ¾ del sale consumato è introdotto dai processi di lavorazione industriale e da noi stessi in cucina.

I buoni consigli del nutrizionista:

– Leggere le etichette e ridurre il consumo dei preparati in cui c’è aggiunta di sale.

– Togliere la saliera da tavola.

– Sostituire il sale con altre spezie.

– Esistono in commercio sali iposodici.

E’ solo una questione di abitudine, nei primi giorni gli alimenti ci sembreranno sciapi ma a poco a poco riusciremo a sentire il vero sapore del cibo e mangiare con poco sale ci sembrerà normalissimo…anzi, il sale in più ci darà fastidio!

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